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La ieraticità di questa figura femminile viene messa in evidenza dal grande disco dorato, simile a un’aureola, che riporta tre volte la formula dell’area del cerchio. Lo sguardo che scruta dentro di sé, l’espressione enigmatica, seria e concentrata, l’unico sopracciglio che unisce la parte in luce e la parte oscura del volto, il corpo quasi monolitico che sfugge alla luce, contribuiscono a sottolineare l’aspetto sacrale del dipinto, quasi un’icona bizantina. Oltre che a vari particolari pittorici, anche il nome, Teodora, è un richiamo all’imperatrice dello stesso nome e alla sua raffigurazione nei mosaici ravennati. Matematica e misticismo si incontrano, un incontro che data da lunghissimo tempo nella storia dell’umanità e che ha avuto una risonanza universale, dalla scuola di Pitagora in poi.